Hiroscima: 6 agosto 1945
Gli Americani, nel secondo conflitto mondiale, dopo numerose battaglie contro il Giappone, decidono di infliggere il “colpo finale”: infatti ad Hiroscima, il 6 agosto 1945 (alle ore 08:14) viene sganciata dal quadrimotore B 52 “Enola Gay” la bomba “Little Boy” (tradotto: ragazzino), tarata per esplodere a 600 metri di altezza sopra la città. E così avvenne. La devastazione fu tale che, nel primo istante, si stima siano decedute circa 80.000 persone e raso al suolo il 90% degli edifici; furono uccisi quasi tutti civili, pochissimi i militari. Dietro a quel nomignolo assegnato ad una delle armi più devastanti della storia umana ci sono le Vite cancellate di numerosissime esseri umani, anche dopo la deflagrazione (infatti “i più fortunati” si dissolsero immediatamente poichè il calore generato fu altissimo), altri morirono in fiamme per strada, un numero elevato a causa delle malattie e delle infezioni per le quali il corpo non aveva più difese. Dopo 75 anni si vergognino ancora, gli statunitensi, per questa loro ignobile e vigliacca azione. Probabilmente fu anche un test per verificare gli effetti delle radiazioni su moltissime persone di ogni età che ebbero la sfortuna di trovarsi all’inferno il 6 agosto del 1945. Pochi giorni dopo (il 9 agosto) lo stesso destino toccò a Nagasaki. Io oggi ho voluto contribuire a ricordare rappresentando dei bambini che, per colpa della bomba, salgono verso un cielo nero: purtroppo il loro incontro con questo “ragazzino” mortale segnò le loro Vite per sempre. E, dopo tanti anni, anche quelle di ciascuno di noi. “La guerra cesserà quando gli uomini rifiuteranno di combattere” (Fridtjof Nansen – Esploratore, scienziato e politico norvegese; 1861 – 1930).
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