L’Aquila (10 anni dopo)

L’Aquila indignata

Ripropongo sempre la stessa vignetta per ricordare l’Aquila, i suoi Abitanti, il suo Valore storico, artistico e culturale. I politici sono sempre lì, immobili, inerti, ad osservare i loro capolavori, le “New Town” quartieri enormi periferici con all’interno tante persone anziane completamente lontane dai loro luoghi conosciuti (in queste zone ricostruite si evidenziano balconi che crollano, piattaforme deteriorate e molto altro). I ragazzi poi che hanno dovuto cercare altri centri di aggregazione…le scuole non ricostruite (soltanto una); i giovani che hanno subìto dei danni permanenti agli arti e, nonostante la fisioterapia e le cure, non riescono più a muoverli come prima: forse porre qualche attenzione in più e dare contributi per tamponare queste problematiche? NO, si è preferito tener conto degli immobili, ma la ricostruzione è ancora indietro. In principio due imprenditori edili sono stati intercettati e se la ridevano alla grande della tragedia avvenuta perché si trattava, per loro, di una grossa occasione per ricostruire. Sciacalli. Le parole, le promesse giungono immediatamente. Le Persone purtroppo vengono sempre dopo, molto dopo. “Una promessa è una nuvola; l’adempimento è la pioggia” (Proverbio arabo).

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